Cosa sono davvero gli attacchi “double tap” e perché fanno discutere

Un tipo di attacco controverso e devastante

Gli attacchi “double tap” – letteralmente “a doppio tocco” – sono una tattica militare che prevede due colpi consecutivi sullo stesso bersaglio: il primo serve a colpire un obiettivo iniziale, il secondo, lanciato dopo alcuni minuti, mira a colpire chi interviene per prestare soccorso, come paramedici, giornalisti o civili. Questa strategia, non nuova nella storia della guerra, solleva forti interrogativi etici e legali, tanto da essere considerata una possibile violazione del diritto internazionale umanitario.

Come funzionano e perché sono così pericolosi

L’idea alla base è semplice quanto crudele: colpire due volte per massimizzare l’impatto. Dopo un primo attacco, si lascia il tempo sufficiente perché sul posto accorrano soccorritori o altri civili. Il secondo colpo arriva quando l’area è affollata da chi sta cercando di aiutare le vittime del primo attacco. Questo tipo di azione ha un effetto devastante non solo sul numero di vittime, ma anche sul morale di chi presta soccorso, che si trova costretto a ritardare l’intervento per paura di ulteriori bombardamenti.

In this photo provided by the Syrian Civil Defense White Helmets, which has been authenticated based on its contents and other AP reporting, Syrian White Helmet civil defense workers search for residents among the debris of a collapsed building on the southern edge of the city of Idlib, Syria, Wednesday, Feb. 9, 2022. The White Helmets said Thursday the building collapsed in northwest Syria leaving a woman and three of her children dead while her husband and three other children were pulled out alive. (Syrian Civil Defense White Helmets via AP)

Un metodo antico, perfezionato nel tempo

Questa tecnica ha radici storiche: già durante la Seconda guerra mondiale si utilizzavano bombe a scoppio ritardato per colpire le squadre di salvataggio. Ma è con i conflitti del XXI secolo che il “double tap” è diventato più sistematico e tecnologicamente raffinato.

Durante la guerra civile siriana, le forze del regime di Bashar al Assad e l’esercito russo hanno impiegato più volte questa tattica per colpire i Caschi Bianchi – volontari impegnati nei soccorsi – provocando centinaia di vittime tra i civili. Anche gli Stati Uniti, nel contesto delle operazioni con i droni in Pakistan e Yemen, hanno condotto raid con colpi multipli, spesso letali per civili e soccorritori.

Gruppi terroristici come Al Qaida e lo Stato Islamico hanno fatto ricorso a esplosioni multiple proprio per colpire chi accorreva dopo il primo attentato.

Israele e l’uso sistematico nella Striscia di Gaza

Nel contesto del conflitto israelo-palestinese, l’esercito israeliano ha più volte fatto ricorso a questa tattica nella Striscia di Gaza. Secondo fonti come +972 Magazine, il “double tap” sarebbe diventato una prassi operativa dell’IDF (Israel Defense Forces), soprattutto in operazioni contro esponenti di Hamas.

Nel luglio 2024, ad esempio, l’uccisione del comandante di Hamas Mohammed Deif è avvenuta attraverso una sequenza di attacchi multipli, con lo scopo dichiarato di isolare l’area e impedire qualunque tentativo di salvataggio.

Ma non sempre l’obiettivo è un leader militare. Esistono anche episodi, come quello nel campo profughi di Jabalia nell’ottobre 2024, che sembrano colpire civili in modo indiscriminato. Un video mostra un ragazzo ferito, a terra, circondato da persone che tentano di aiutarlo: un secondo missile uccide molti di loro pochi secondi dopo.

Un crimine di guerra?

Secondo il diritto internazionale, colpire soccorritori, civili o strutture mediche costituisce un crimine di guerra. Le convenzioni di Ginevra vietano espressamente di attaccare persone che non prendono più parte alle ostilità. Nonostante ciò, finora nessun militare israeliano è stato condannato

Il caso più recente: l’ospedale Nasser

Settimane fa, un attacco all’ospedale Nasser di Khan Yunis ha causato almeno 20 morti, tra cui cinque giornalisti.
Secondo diverse testimonianze, si è trattato di un chiaro “double tap”: il primo missile ha colpito l’edificio, il secondo ha colpito pochi minuti dopo, mentre soccorritori e reporter erano già sul posto.
Il governo israeliano ha parlato di “tragico incidente”, ma la dinamica appare coerente con altre azioni già documentate in passato.

Le implicazioni morali e operative

Oltre alle implicazioni giuridiche, questo tipo di tattica ha un forte impatto sul lavoro dei soccorritori e dei giornalisti: sapere che un secondo attacco può arrivare in qualsiasi momento obbliga chi aiuta a ritardare l’intervento, con conseguenze fatali per le vittime del primo bombardamento.

Il fine di questa strategia non è soltanto eliminare un bersaglio, ma anche creare un clima di terrore, paralizzare i soccorsi e aumentare la pressione psicologica sulla popolazione e sulle organizzazioni umanitarie.

Gli attacchi “double tap” sono tra le pratiche militari più controverse del nostro tempo. Sebbene né nuovi né esclusivi di un solo esercito, rappresentano un punto critico nel dibattito sulla legittimità delle operazioni militari contemporanee. In un contesto come quello della Striscia di Gaza, dove i civili pagano il prezzo più alto, queste tattiche pongono interrogativi sempre più urgenti su limiti, responsabilità e giustizia.

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