“Quel figlio di puttana”: il nuovo libro di Woodward e le conversazioni di Biden

Nel suo libro War, Bob Woodward analizza la presidenza di Joe Biden, concentrandosi su come gestisce i rapporti con leader mondiali problematici come Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu. Uno dei capitoli più rivelatori si sofferma sulle conversazioni private di Biden durante la guerra di Gaza del 2024, dove definisce Netanyahu “un uomo malvagio”, criticando duramente le sue azioni militari in risposta ai lanci di razzi da Gaza.

Il libro approfondisce come Biden abbia trovato difficile gestire il rapporto con Netanyahu, specialmente mentre tentava di bilanciare il sostegno alla sicurezza di Israele e la pressione per un cessate il fuoco umanitario. Biden non nasconde la sua frustrazione nel cercare di limitare l’uso eccessivo della forza da parte di Israele, con Netanyahu che spesso ignorava le sue richieste. L’atteggiamento aggressivo di Netanyahu, che ha alimentato il conflitto con Hamas, ha lasciato Biden disilluso, portandolo a descrivere il premier israeliano come un ostacolo alla pace.

Parallelamente, Woodward descrive Biden come un leader pragmatico e determinato nella gestione della crisi ucraina contro Putin. Le rivelazioni nel libro suggeriscono che Biden e la sua squadra di sicurezza nazionale erano profondamente preoccupati per la possibilità di un’escalation nucleare durante la guerra in Ucraina. Secondo Woodward, c’era un timore concreto che Putin potesse fare uso di armi nucleari tattiche nel 2022, spingendo gli Stati Uniti a mantenere una linea di pressione costante ma cauta, senza superare il limite che avrebbe provocato una reazione più grave da Mosca.

L’approccio di Biden nei confronti della Russia si distingue per la sua prudenza. Nonostante la retorica pubblica forte, Woodward mostra un presidente preoccupato per le conseguenze globali di un’escalation con Putin. Questa prudenza non è nuova per Biden, che si è mosso lentamente anche quando si è trattato di sanzioni o di aiuti militari, calibrando attentamente le risposte per evitare di accendere ulteriori tensioni.

Una sezione particolarmente interessante di War rivela anche dettagli finora sconosciuti delle conversazioni tra Trump e Putin durante il mandato del primo, compreso un episodio controverso in cui Trump ha inviato in segreto apparecchiature per i test Covid-19 a Putin all’inizio della pandemia. Nonostante le critiche ricevute per la gestione interna della crisi pandemica, Trump avrebbe mantenuto contatti personali con il leader russo, suscitando ulteriori domande sull’influenza russa durante il suo mandato.

Biden, secondo Woodward, ha trovato particolarmente irritante l’eredità lasciata da Trump nei rapporti internazionali. Mentre Biden cerca di riparare i legami con gli alleati della NATO e gestire le tensioni con la Russia e Israele, l’ex presidente continua a mantenere relazioni informali con Putin. Questa dinamica ha complicato ulteriormente le strategie diplomatiche dell’amministrazione Biden, in un momento in cui gli equilibri globali erano già delicati.

Sul fronte interno, il libro non manca di esplorare i momenti più personali della presidenza Biden, come la sua frustrazione nel gestire il caso giudiziario di suo figlio Hunter. Woodward descrive Biden come emotivamente coinvolto e spesso scosso dalle accuse mosse contro Hunter, temendo che il caso potesse intaccare non solo la sua immagine, ma anche la stabilità politica del suo mandato. Inoltre, si rimprovera per la nomina di Merrick Garland come procuratore generale, ritenendo che quest’ultimo non abbia difeso adeguatamente la Casa Bianca da attacchi legali e politici.

Nel complesso, War offre un ritratto multidimensionale di Biden come leader internazionale e padre preoccupato, bilanciando la pressione di gestire crisi globali con le difficoltà personali che lo hanno segnato profondamente. Bob Woodward, come nei suoi precedenti lavori, riesce a catturare con maestria i dilemmi, le frustrazioni e le vittorie di uno dei presidenti più complessi della storia recente.

Le tensioni con Netanyahu

Nel libro, Woodward descrive come le relazioni tra Biden e Netanyahu siano state caratterizzate da scontri frequenti, soprattutto riguardo alla gestione del conflitto in Gaza e delle operazioni militari di Israele. Biden è frustrato dal fatto che Netanyahu sembra non avere una strategia chiara, limitandosi a operazioni militari che mettono a rischio il supporto internazionale. Secondo Woodward, Biden si è spesso scontrato con l’approccio aggressivo del premier israeliano, arrivando a chiamarlo in privato “un fottuto bugiardo”. Questo evidenzia una relazione basata su franchezza e tensione, con Biden che cerca di mantenere il supporto a Israele, ma senza permettere che diventi un attore “fuori controllo”. Le tensioni culminano con l’uccisione di un comandante di Hezbollah, che porta Biden a lamentarsi con Netanyahu riguardo all’immagine sempre più negativa di Israele sulla scena mondiale.

La prudenza con Putin

Secondo Woodward, Biden e il suo team nazionale di sicurezza erano allarmati dall’intenzione di Putin di invadere l’Ucraina già nel 2021, e temevano soprattutto l’uso di armi nucleari tattiche da parte della Russia. Biden ha dovuto adottare una strategia che evitasse provocazioni dirette che potessero spingere Putin a un uso disperato del nucleare, mantenendo al contempo una ferma opposizione all’aggressione russa. Nel libro, è rivelato come Biden e il suo team abbiano creduto, a un certo punto, che ci fosse il 50% di possibilità che Putin usasse armi nucleari, riflettendo il livello di incertezza e pericolo percepito dall’amministrazione. Biden ha cercato di dialogare con Putin in modo diretto e di ricordargli costantemente che una guerra nucleare sarebbe “impossibile da vincere”.

Trump e i rapporti con Putin

Un capitolo significativo del libro esplora le relazioni ambigue tra Donald Trump e Vladimir Putin, anche dopo che Trump ha lasciato la Casa Bianca. Woodward riporta che Trump ha inviato segretamente macchinari per test Covid-19 a Putin durante la pandemia, e che i due leader hanno mantenuto contatti regolari in privato anche nel periodo successivo alla presidenza di Trump. Questo episodio evidenzia come le interazioni personali tra Trump e Putin abbiano creato un’atmosfera di sospetto durante il mandato di Biden, costringendolo a ridefinire la politica estera americana in un contesto di diffidenza verso la Russia. Inoltre, Trump avrebbe tentato di mantenere segreti questi scambi, evidenziando una relazione che molti vedono come troppo amichevole, rispetto alla tradizionale rivalità tra le due potenze.

La questione di Hunter Biden

Il libro mette in luce anche le lotte personali di Joe Biden riguardo a suo figlio Hunter, che è stato al centro di numerosi scandali legali. Secondo Woodward, il presidente ha espresso rammarico per la scelta di Merrick Garland come procuratore generale, ritenendolo troppo cauto nel gestire il caso del figlio. Biden avrebbe detto: “Non avrei mai dovuto scegliere Garland”, un’indicazione di quanto la questione familiare stia pesando sulla sua presidenza. Questo conflitto interno mette in luce il dilemma tra il desiderio di Biden di mantenere una distanza istituzionale dalle indagini legali e la frustrazione per l’impatto che queste hanno avuto sulla sua vita familiare. Woodward descrive anche un momento di grande tensione in cui Hunter si è lamentato durante una cena alla Casa Bianca, evidenziando il peso emotivo che questa situazione ha su Biden come padre e leader politico.

Le critiche a Obama

Un altro aspetto interessante del libro è l’opinione di Biden sulla gestione da parte di Barack Obama dell’invasione russa della Crimea nel 2014. Biden si lamenta con i suoi collaboratori che Obama non abbia preso abbastanza seriamente Putin e che questa mancanza di fermezza abbia permesso alla Russia di continuare la sua aggressività. Biden considera questa “licenza” concessa a Putin come uno degli errori più gravi della politica estera americana e si impegna a correggere questa percezione con un approccio più deciso. Questo risentimento personale dimostra che, nonostante la loro stretta alleanza politica, Biden è stato profondamente insoddisfatto dell’eredità lasciata da Obama in termini di politica russa.

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